Riciclo della schiuma di poliolo: le tecnologie rivoluzionarie e i vincitori di mercato del 2025 rivelati

Indice

Riassunto Esecutivo: Tendenze Chiave nel Recupero di Schaum di Poliuretano a Base di Polioli

L’industria della schiuma di poliuretano (PU) sta attraversando una trasformazione fondamentale nel 2025, spinta da un aumento della vigilanza normativa, impegni ambientali e progressi nelle tecnologie di riciclo. Il recupero di schiuma di poliuretano a base di polioli, che si concentra sul recupero dei polioli—i componenti chiave della schiuma PU—è emerso come una strategia cruciale per chiudere il ciclo nella catena del valore della PU. Il settore è caratterizzato da rapidi progressi tecnologici, scalabilità dei progetti pilota in operazioni commerciali e crescente collaborazione tra produttori di materiali, riciclatori e utenti finali.

Negli ultimi anni, sono stati effettuati investimenti significativi nella glicolisi e in altri metodi di riciclo chimico che depolimerizzano le schiume a fine vita per recuperare polioli ad alta purezza adatti per la reintroduzione nella produzione di schiuma. Nel 2025, Covestro AG gestisce un impianto pilota dedicato a Leverkusen, Germania, utilizzando il proprio processo proprietario di “chimolisi intelligente” per riciclare la schiuma PU flessibile post-consumo proveniente dai materassi, con l’ambizione di aumentare la capacità produttiva nei prossimi anni. Il processo consente peraltro il recupero di polioli con qualità pari a quella dei materiali vergini, supportando la produzione di nuovi prodotti PU con contenuto riciclato significativo.

Analogamente, BASF SE ha ampliato il suo progetto di “Riciclo Chimico delle Schiume di Materassi in Poliuretano”, incentrato sul riciclo a ciclo chiuso utilizzando la propria tecnologia di glicolisi. Gli impianti pilota di BASF stanno ora fornendo polioli riciclati a produttori di materassi selezionati, con piani per commercializzare il processo e rendere ampiamente disponibili materassi con contenuto riciclato entro il 2026. Gli sforzi dell’azienda affrontano sia le difficoltà tecniche—come la rimozione di additivi legacy—che le barriere di mercato, inclusa l’allineamento delle parti interessate lungo la catena di valore della raccolta e del trattamento.

Il riciclo meccanico rimane rilevante per alcuni flussi di rifiuti di schiuma PU, ma i processi chimici stanno guadagnando terreno grazie alla loro capacità di fornire materiali riciclati di qualità superiore e consentire cicli di riciclo ripetuti. Aziende come Huntsman Corporation stanno collaborando con riciclatori e utenti a valle per valutare l’integrazione di polioli riciclati nelle applicazioni automobilistiche e per mobili, evidenziando la domanda industriale per soluzioni PU circolari.

Guardando avanti, le imminenti direttive europee sui veicoli a fine vita (ELV) e sull’ecodesign sono destinate a stimolare ulteriormente gli investimenti e l’innovazione nel riciclo della schiuma PU. I leader dell’industria si aspettano che, entro il 2027, i polioli riciclati chimicamente rappresenteranno una quota crescente della produzione di schiuma PU, riducendo la dipendenza dalle materie prime fossili e supportando gli obiettivi di sostenibilità aziendale. La collaborazione lungo la catena di approvvigionamento e l’ulteriore sviluppo dell’efficienza dei processi saranno essenziali per scalare queste tecnologie e raggiungere prodotti di poliuretano riciclato economicamente viabili e di alta qualità.

Previsione di Mercato 2025: Driver di Crescita e Proiezioni di Entrate

Il mercato delle tecnologie di riciclo della schiuma di poliuretano (PU) a base di polioli è pronto per un’espansione significativa nel 2025, spinto da pressioni normative, iniziative di sostenibilità aziendale e progressi nei processi di riciclo chimico. Le schiume di poliuretano, ampiamente utilizzate nei mobili, nell’automotive e nella costruzione, rappresentano una sfida importante per i rifiuti. La spinta verso un’economia circolare ha intensificato l’interesse per le vie di riciclo che recuperano polioli ad alto valore da rifiuti di schiuma post-consumo e post-industriali.

Nell’Unione Europea, l’attuazione del Piano d’Azione per l’Economia Circolare e del Green Deal dell’UE ha fissato obiettivi ambiziosi per il riciclo della plastica, influenzando direttamente il settore del poliuretano. Covestro AG sta attivamente aumentando la propria scala nel processo proprietario di chimolisi, che depolimerizza la schiuma PU in materie prime polioli originali. L’azienda sta puntando a una dimostrazione su scala industriale nel 2025, con un dispiegamento commerciale atteso subito dopo. L’impegno di Covestro è speculare a quello di altri attori chiave come BASF SE, che sta sperimentando impianti di riciclo chimico in grado di gestire una varietà di flussi di rifiuti di schiuma PU flessibili e rigidi.

Questi sforzi sono supportati da produttori di automobili e mobili che cercano di soddisfare gli obiettivi di contenuto riciclato. Ad esempio, IKEA ha collaborato con aziende tecnologiche per integrare polioli riciclati nelle sue linee di produzione di materassi, con attuazione su scala pilota prevista per la fine del 2025. Allo stesso modo, Johnson Controls sta sperimentando soluzioni di riciclo a ciclo chiuso per l’isolamento in schiuma PU utilizzato nelle applicazioni edilizie.

Le proiezioni di entrate per questo segmento sono sostenute dal premio richiesto dai polioli riciclati, che possono sostituire i polioli vergini in molte applicazioni. Entro il 2025, si prevede che la produzione commerciale proveniente dal riciclo chimico raggiunga diverse migliaia di tonnellate all’anno solo in Europa, con una crescita parallela attesa in Nord America e Asia man mano che i quadri normativi si inaspriscono e le tariffe per le discariche aumentano. L’associazione europea dei produttori di diisocianati e polioli (ISOPA) prevede che i polioli riciclati potrebbero alimentare fino al 10% della domanda totale di polioli per schiume flessibili entro il 2027, rispetto a meno del 2% nel 2024.

Guardando avanti, le prospettive per le tecnologie di riciclo della schiuma PU a base di polioli rimangono robuste, con una scalabilità degli impianti di depolimerizzazione, nuove partnership nei settori di utilizzo finale e l’integrazione del tracciamento digitale per garantire la tracciabilità dei materiali. Questi fattori indicano collettivamente un’accelerazione delle entrate e una più ampia adozione del mercato fino al 2025 e negli anni successivi.

Tecnologie di Recupero Nucleo: Tecnologie Meccaniche, Chimiche e Nuove Metodologie

Le schiume di poliuretano, in particolare quelle a base di polioli, presentano sia sfide che opportunità per il riciclo a causa delle loro strutture incrociate complesse e delle loro ampie applicazioni nelle industrie automobilistiche, dei mobili e dell’isolamento. A partire dal 2025, il riciclo delle schiume di poliuretano a base di polioli sta progredendo attraverso tre principali percorsi tecnologici: riciclo meccanico, riciclo chimico (in particolare glicolisi e idrolisi) e metodi emergenti come la depolimerizzazione enzimatica e catalitica.

Il riciclo meccanico rimane la via più consolidata e praticata commercialmente, che comporta processi fisici come triturazione e rifondazione per produrre sottofondi per tappeti o pannelli acustici. Tuttavia, questo approccio non recupera i polioli originali ed è generalmente limitato a applicazioni meno critiche e di valore inferiore. Aziende come BASF e Huntsman Corporation continuano a gestire impianti che utilizzano il riciclo meccanico per scarti di produzione e rifiuti post-consumo, integrando materiali riciclati in nuovi prodotti in schiuma dove possibile.

Il riciclo chimico, in particolare la glicolisi, sta guadagnando terreno come mezzo di recupero dei polioli dalle schiume di poliuretano a fine vita. Questo processo prevede la reazione della schiuma con glicoli a temperature elevate per depolimerizzare i legami urethanici, producendo liquidi ricchi di polioli adatti a nuove formulazioni di schiuma. Nel 2024 e nel 2025, Covestro ha ampliato gli impianti pilota in Europa che utilizzano tecnologia di glicolisi proprietaria, con l’obiettivo di output su scala industriale e integrazione nelle catene di approvvigionamento circolari. Analogamente, Evonik Industries sta investendo attivamente in progetti pilota basati sulla glicolisi, mirati a flussi di rifiuti di schiuma flessibile e rigida. Il riciclo chimico offre il vantaggio di produrre polioli secondari con proprietà comparabili a quelle dei materiali vergini, e diversi produttori di schiuma stanno collaborando con produttori chimici per validare e certificare questi polioli riciclati in nuovi prodotti.

I metodi emergenti, come la depolimerizzazione enzimatica e i processi catalitici avanzati, vengono esplorati per il loro potenziale di operare in condizioni più miti e offrire maggiore selettività. Nel 2025, consorzi di ricerca guidati da Dow e partner accademici stanno pilotando approcci basati su enzimi che abbattano selettivamente le reti di poliuretano in polioli e ammine recuperabili. Sebbene queste tecnologie non siano ancora commercialmente implementate, i primi risultati mostrano promettenza per espandere i tipi di rifiuti di poliuretano che possono essere riciclati in modo efficiente.

Guardando avanti, le prospettive per il riciclo della schiuma di poliuretano a base di polioli nei prossimi anni sono positive, guidate da regolamenti sempre più severi sullo smaltimento in discarica, iniziative di responsabilità del produttore e crescente domanda di materiali sostenibili da parte dei principali marchi. I leader del settore prefigurano miglioramenti incrementali nell’economia dei processi e un’adozione ampliata del riciclo chimico, con l’obiettivo di sviluppare sistemi a ciclo chiuso per le schiume di poliuretano entro la fine degli anni ’20.

Processi di Recupero dei Polioli: Pipeline di Innovazione e Attività Brevetti

Con l’intensificarsi degli sforzi delle industrie per stabilire un’economia circolare per le schiume di poliuretano (PU), i processi di recupero dei polioli sono diventati un punto focale per l’innovazione tecnologica e l’attività brevettuale competitiva. L’urgenza di riciclare la schiuma PU, ampiamente utilizzata in mobili, automotive e costruzioni, è spinta da pressioni normative e da un crescente focus sulla gestione sostenibile dei materiali. Nel 2025 e negli anni a venire, i progressi nel riciclo chimico—particolarmente glicolisi, idrolisi e amminolisi—trasformeranno il recupero dei polioli da flussi di rifiuti post-consumo e post-industriali di PU.

La glicolisi rimane il processo di riciclo chimico più ampiamente implementato, comportando la depolimerizzazione della schiuma PU utilizzando glicoli per estrarre frazioni liquide di polioli che possono essere reintegrate nella produzione di nuove schiume. Aziende come Covestro hanno ampliato gli impianti pilota e stanno perseguendo progetti su scala industriale per il riciclo della schiuma flessibile, con investimenti riportati in tecnologie di glicolisi proprietarie che offrono polioli riciclati di alta qualità adatti per applicazioni esigenti. Nel 2022, Covestro ha inaugurato un impianto pilota dedicato a Leverkusen, Germania, con l’obiettivo di trattare la schiuma PU flessibile proveniente dai materassi, e la pipeline di innovazione dell’azienda fino al 2025 include l’ottimizzazione dei processi per la scalabilità e l’efficienza dei costi.

Nel frattempo, BASF ha sviluppato la propria piattaforma di “riciclo chimico dei poliuretani”, concentrandosi su glicolisi e idrolisi, e ha presentato brevetti relativi a sistemi catalitici che migliorano la selettività e il rendimento dei polioli riciclati. Le loro collaborazioni con produttori di materassi e fornitori di automotive dovrebbero portare a progetti dimostrativi e attività di licensing nel 2025. Le domande di brevetto in questo ambito sono sempre più focalizzate sul riciclo a ciclo chiuso e sulla minimizzazione della necessità di materie prime vergini.

Nuovi entranti e attori affermati stanno perseguendo la proprietà intellettuale intorno all’intensificazione del processo e alla rimozione dei contaminanti. Repsol ha annunciato una tecnologia di amminolisi proprietaria per le schiume PU per automotive, mirando a un dispiegamento commerciale entro il 2026. L’azienda sta anche sviluppando passaggi di pretrattamento per affrontare la sfida dei flussi di rifiuti misti e contaminati, un ostacolo chiave per il recupero di polioli di alta qualità.

I consorzi industriali e le alleanze tecniche stanno promuovendo la ricerca pre-competitiva, come dimostrato nelle iniziative coordinate dall’Associazione Europea dei Produttori di Diisocianati e Polioli (ISOPA). Questi gruppi stanno supportando progetti pilota, condividendo le migliori pratiche e fornendo una piattaforma per i titolari di brevetti per discutere di licensing, standardizzazione e aspetti normativi. Data l’ampia attività brevettuale e il impulso per l’adozione su scala commerciale, nei prossimi anni si prevede di assistere a una convergenza di innovazioni chimiche e digitali, con sistemi di controllo basati su dati e tracciamento a livello molecolare che entreranno nel mainstream del riciclo della schiuma PU.

In sintesi, i processi di recupero dei polioli sono pronti per una rapida maturazione tecnologica e dispersione commerciale tra il 2025 e il 2027, con i principali produttori chimici, sviluppatori tecnologici e alleanze industriali che guidano sia l’innovazione sia la gestione strategica della proprietà intellettuale.

Principali Giocatori del Settore e le Loro Iniziative Strategiche

Il riciclo della schiuma di poliuretano (PU) a base di polioli ha attirato investimenti e innovazioni significativi da parte dei principali attori del settore, in risposta a crescenti pressioni normative e obiettivi di sostenibilità nel 2025. Le aziende stanno avanzando sia con tecnologie di riciclo chimico che meccanico per recuperare polioli da riutilizzare in applicazioni di schiuma flessibile e rigida. Diverse multinazionali hanno stabilito impianti pilota, partnership di commercializzazione e accordi di fornitura per accelerare l’adozione del mercato.

Un esempio di riferimento è Covestro, che ha scalato il proprio processo di riciclo chimico proprietario per le schiume PU, noto come “smart recovery dei polioli”. Nel 2024, Covestro ha ampliato le sue attività di riciclo, dimostrando il processo in un impianto pilota industriale a Leverkusen, Germania. Entro il 2025, Covestro collaborerà con produttori di materassi e aziende di arredo per re-immettere i polioli riciclati nella catena del valore, puntando a un output commerciale su scala nei prossimi due anni.

Analogamente, BASF sta progredendo nel proprio progetto ChemCycling™, focalizzandosi sulla scomposizione dei rifiuti di schiuma PU post-consumo per rigenerare polioli di alta qualità. I progetti pilota di BASF in Europa, supportati da partnership con OEM di mobili e automotive, hanno fornito polioli riciclati che soddisfano rigorosi requisiti di prestazione. Nel 2025, BASF punta a un aumento della capacità produttiva e integrazione del contenuto riciclato in prodotti di schiuma destinati al mercato di massa.

Negli Stati Uniti, The Valspar Corporation (una controllata di Sherwin-Williams) sta esplorando sia vie di riciclo meccanico che chimico. Le loro iniziative per il 2025 includono partnership con produttori di schiuma locali per testare flussi di riciclo a ciclo chiuso per schiume flessibili, sfruttando la loro expertise esistente in rivestimenti e materiali per garantire che i polioli riciclati soddisfino gli standard normativi e qualitativi.

Nel frattempo, Huntsman Corporation ha introdotto tecnologie di polioli riciclati adatte per schiuma flessibile in lastra, lanciando prodotti commerciali con il suo marchio Terol. Nel 2025, Huntsman sta aumentando la produzione in Europa e Nord America, supportata da collaborazioni con partner del settore del bedding e automotive per convalidare le prestazioni e i benefici del ciclo di vita.

Le prospettive per i prossimi anni indicano una collaborazione intensificata lungo la catena del valore, con attori industriali che formano consorzi e partnership di fornitura per garantire un approvvigionamento costante e ottimizzare l’economia del riciclo. Con l’aumento dei mandati normativi come il Piano d’Azione per l’Economia Circolare dell’UE e le aspettative dei consumatori per materiali sostenibili, le tecnologie di recupero dei polioli sono pronte per diventare parte integrante dell’industria globale della PU. Si prevede che il ritmo di commercializzazione accelererà mentre i progetti pilota passeranno a operazioni su larga scala e verranno stabiliti standard di settore per la qualità dei polioli riciclati.

Paesaggio Normativo: Politiche Globali e Prospettive di Conformità

Il paesaggio normativo per le tecnologie di riciclo della schiuma di poliuretano a base di polioli sta evolvendo rapidamente mentre i governi e gli organismi settoriali intensificano gli sforzi per affrontare le preoccupazioni ambientali associate ai rifiuti di poliuretano (PU). Nel 2025, l’Unione Europea rimane all’avanguardia con il suo Piano d’Azione per l’Economia Circolare e la Direttiva Quadro sui Rifiuti, entrambe influenzando direttamente la gestione e il riciclo delle schiume PU. Il Green Deal dell’UE impone obiettivi di riciclo più elevati e controlli più severi sulle discariche di rifiuti plastici, costringendo i produttori a integrare polioli riciclati e investire in tecnologie di riciclo avanzate (EUROFOAM). La prossima revisione della Direttiva europea sui Veicoli a Fine Vita dovrebbe incentivare ulteriormente il riciclo delle schiume PU utilizzate nelle applicazioni automobilistiche, stabilendo requisiti minimi di contenuto riciclato.

In Nord America, l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) sta espandendo il suo programma di gestione sostenibile dei materiali, con un focus specifico sul recupero e il riutilizzo di materiali a base di uretano. Le politiche a livello statale, in particolare in California, stanno accelerando l’adozione di metodi di riciclo chimico—come glicolisi e idrolisi—offrendo sovvenzioni e crediti d’imposta a aziende che sviluppano sistemi innovativi di recupero dei polioli (Huntsman Corporation). Anche il Canada sta avanzando in direzione di regolamenti di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), che presto richiederanno ai produttori e agli importatori di schiume PU di garantire la conformità alla raccolta e al riciclo a fine vita.

In Asia, il Ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente della Cina sta implementando nuovi standard per il riciclo dei rifiuti plastici, concentrandosi sull’efficienza delle risorse e sulla riduzione dell’inquinamento. Questo sta spingendo i principali produttori di PU ad adottare strategie di riciclo a ciclo chiuso per le schiume a base di polioli (Bayer AG). Il Giappone, attraverso la sua Legge sul Miglioramento dell’Utilizzo Efficiente delle Risorse, sta incentivando l’uso di polioli riciclati nel settore dell’isolamento edilizio e automotive, sostenuto da una collaborazione settoriale con fornitori globali.

Guardando avanti, la conformità alle normative in evoluzione richiederà investimenti significativi nelle infrastrutture di riciclo e nei sistemi di tracciabilità. Le aziende stanno già rispondendo sviluppando polioli riciclati certificati e piattaforme digitali per monitorare il contenuto riciclato, come visto nelle recenti iniziative di Covestro AG e BASF SE. Entro il 2027, gli analisti del settore non si aspettano che vengano introdotti standard armonizzati sul contenuto riciclato e sull’ecodesign in tutti i principali mercati, supportando ulteriormente l’adozione delle tecnologie di riciclo della schiuma PU a base di polioli e creando un robusto quadro di conformità globale.

Applicazioni di Fine Utilizzo: Costruzione, Automotive, Mobili e Oltre

Le tecnologie di riciclo della schiuma di poliuretano (PU) a base di polioli stanno vivendo significativi progressi, con importanti implicazioni per i settori di fine utilizzo come costruzione, automotive, mobili e mercati emergenti. A partire dal 2025, i processi di riciclo meccanico, chimico e enzimatica emergente vengono attivamente scalati e ottimizzati per affrontare sia le esigenze ambientali che economiche.

Nel settore delle costruzioni, i polioli riciclati provenienti da schiume PU stanno gradualmente trovando applicazione nei prodotti di isolamento edilizio, contribuendo alla circolarità dei materiali utilizzati per la gestione termica e l’efficienza energetica. Aziende come Covestro hanno sviluppato tecnologie di riciclo chimico come l’idrolisi e la glicolisi per recuperare polioli di alta qualità, che vengono poi reintrodotti nelle formulazioni di schiuma rigida per pannelli isolanti, riducendo sia il consumo di materie prime che l’impronta di carbonio. Il dispiego di questi materiali riciclati si allinea con i quadri normativi in evoluzione nell’UE e nel Nord America, dove le certificazioni di costruzione verde richiedono un contenuto riciclato dimostrabile.

Nel settore automotive, l’uso di schiume PU a base di polioli riciclati sta accelerando, in particolare per applicazioni interne come sedili, poggiatesta e insonorizzazione. BASF sta sperimentando metodi di riciclo chimico che consentono il recupero e la purificazione di polioli da schiume automotive post-consumo. Questi polioli riciclati vengono quindi utilizzati nella produzione di nuovi componenti automobilistici, supportando gli OEM nel raggiungimento di rigorosi obiettivi di riciclo e requisiti di valutazione del ciclo di vita. Le prospettive per il 2025 e oltre indicano una crescente tendenza verso sistemi a ciclo chiuso, nei quali i produttori automobilistici collaborano direttamente con i riciclatori per garantire la tracciabilità e la qualità dei materiali riciclati.

  • Mobili: Il settore dei mobili sta adottando schiume PU riciclate meccanicamente e chimicamente per materassi, cuscini e prodotti imbottiti. Produttori come Huntsman hanno avviato impianti dimostrativi in Europa per mostrare la fattibilità del riciclo su larga scala della schiuma PU e del reintegro dei polioli riciclati nelle applicazioni di schiuma per il comfort.
  • Oltre i Mercati Tradizionali: Nuove applicazioni stanno emergendo nel packaging, nelle calzature e persino nei rivestimenti speciali, poiché le tecnologie di riciclo avanzato migliorano la purezza e le prestazioni dei polioli recuperati. Le aziende stanno investendo in R&D per adattare i polioli riciclati a specifici requisiti prestazionali, aprendo nuove opportunità commerciali.

Guardando avanti, il settore prevede un aumento della commercializzazione dei processi di riciclo della schiuma PU a base di polioli, spinto da incentivi politici, impegni di sostenibilità aziendale e crescente domanda di materiali circolari. La collaborazione lungo la catena del valore—dai produttori di schiuma ai riciclatori fino agli utenti finali nei settori costruzione, automotive e mobili—sarà essenziale per scalare queste tecnologie e realizzare il loro pieno potenziale entro la fine degli anni ’20.

Impatto della Sostenibilità: Impronta di Carbonio e Valutazioni del Ciclo di Vita

Le tecnologie di riciclo della schiuma di poliuretano (PU) a base di polioli stanno guadagnando slancio poiché l’industria intensifica gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare la sostenibilità del ciclo di vita dei materiali PU. A partire dal 2025, diversi produttori globali e consorzi stanno integrando attivamente metodi di riciclo avanzati—comprendendo sia il riciclo meccanico che chimico—nelle loro strategie di sostenibilità, focalizzandosi sulla riduzione dell’impronta di carbonio complessiva dei prodotti in schiuma PU.

Le valutazioni del ciclo di vita (LCA) condotte da leader del settore dimostrano costantemente che il riciclo delle schiume PU, in particolare attraverso processi di riciclo chimico che recuperano polioli, può portare a significative riduzioni delle emissioni di gas serra (GHG) rispetto alla produzione vergine. Ad esempio, Covestro ha riportato che la sua tecnologia di riciclo chimico per schiume PU flessibili può ridurre le emissioni di carbonio fino al 60% rispetto ai metodi di produzione convenzionali. Questa riduzione è attribuita alla sostituzione delle materie prime fossili con polioli riciclati, che non solo deviano i rifiuti dalle discariche, ma riducono anche la dipendenza dalle risorse finite.

Il 2025 segna un periodo di ampie collaborazioni industriali e implementazioni su scala pilota. BASF ha intensificato la sua iniziativa di “riciclo chimico delle schiume di materassi”, dimostrando il riciclo a ciclo chiuso elaborando materassi post-consumo e reintroducendo i polioli recuperati nella produzione di nuove schiume. Le prime LCA di questa iniziativa indicano una sostanziale diminuzione dell’impronta ambientale dei materassi, specialmente in termini di riduzione delle emissioni di GHG e utilizzo delle risorse.

Inoltre, l’Associazione Europea dei Produttori di Diisocianati e Polioli (ISOPA) sta attivamente sostenendo la standardizzazione delle metodologie LCA per il riciclo della schiuma PU, puntando a metriche di sostenibilità trasparenti e comparabili nel settore. I loro progetti in corso si concentrano sull’armonizzazione della raccolta e della reportistica dei dati, che è essenziale poiché quadri normativi come il Green Deal europeo spingono per l’adozione di pratiche di economia circolare.

Guardando ai prossimi anni, si prevede che l’impatto della sostenibilità del riciclo della schiuma PU a base di polioli crescerà man mano che più strutture passeranno da una scala pilota a una scalabilità commerciale. Recticel, un importante produttore di schiuma, sta investendo in impianti pilota per il recupero dei polioli e sta collaborando con le industrie automotive e del bedding per stabilire catene di riciclo a ciclo chiuso. Le prospettive dell’industria suggeriscono che entro il 2027, una parte significativa della produzione di schiuma PU flessibile in Europa e Nord America potrebbe integrare polioli riciclati, riducendo ulteriormente le emissioni del settore e supportando gli obiettivi di neutralità del carbonio aziendale.

In sintesi, le tecnologie di riciclo della schiuma PU a base di polioli stanno fornendo benefici misurabili in termini di sostenibilità nel 2025, con i principali attori del settore che guidano l’innovazione e la standardizzazione. Il continuo investimento nel riciclo chimico e nell’armonizzazione delle LCA è destinato a migliorare ulteriormente le prestazioni climatiche dei prodotti in poliuretano nel prossimo futuro.

Paesaggio di Investimento e Partenariato: Ultimi Accordi e Finanziamenti

Il settore del riciclo della schiuma di poliuretano (PU) a base di polioli sta vivendo un’impennata negli investimenti, nelle partnership e nelle collaborazioni strategiche mentre la domanda globale di materiali sostenibili si intensifica. Nel 2025, l’industria sta assistendo alla convergenza di produttori chimici consolidati, startup tecnologiche e marchi utenti finali, tutti impegnati a commercializzare e scalare soluzioni avanzate di recupero dei polioli e di riciclo della schiuma.

All’inizio del 2025, Covestro ha annunciato un investimento di milioni di euro per espandere la sua tecnologia “Evocycle® CQ”, un processo di riciclo chimico proprietario che depolimerizza i rifiuti di schiuma poliuretanica riportandoli a polioli di alta qualità. Questo segue la partnership di Covestro nel 2024 con il produttore di materassi IKEA per dimostrare il riciclo a ciclo chiuso della schiuma flessibile in applicazioni di bedding, con impianti pilota in Germania e piani per un’ampia diffusione commerciale.

Allo stesso modo, BASF ha intensificato la sua collaborazione con The Vita Group, un importante convertitore di schiume PU, aumentando il loro processo “smartcycle®” che consente la produzione di polioli con contenuto riciclato per l’uso in prodotti di schiuma flessibile. Nel marzo 2025, BASF ha confermato un ulteriore investimento nella sua sede di Anversa, mirando a un aumento della capacità di polioli riciclati per rifornire i mercati automotive e dei mobili.

Le startup hanno anche attirato finanziamenti significativi in questo settore. Recycle Technologies, un innovatore britannico nel riciclo della schiuma PU a base di solvente, ha ottenuto un round di finanziamento di Serie B a febbraio 2025 guidato da investitori strategici dei settori delle costruzioni e dell’imballaggio, puntando a costruire un impianto dimostrativo in grado di lavorare 10.000 tonnellate all’anno. Nel frattempo, Repsol ha collaborato con diversi produttori di mobili spagnoli per co-sviluppare e testare nuove formulazioni di polioli derivate da scarti di schiuma post-consumo, sostenuti da una sovvenzione del programma Horizon Europe dell’Unione Europea.

Questi investimenti riflettono un crescente interesse da parte degli utenti a valle, in particolare nei settori del bedding, dell’automotive e dell’isolamento edilizio, che stanno chiedendo sempre più materiali con contenuto riciclato per soddisfare le aspettative normative e dei consumatori. Il Green Deal europeo e i pendenti schemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) in tutto l’UE sono previsti per accelerare ulteriormente l’attività di affari e le partnership pubblico-private nei prossimi anni.

Guardando avanti, gli osservatori del settore si aspettano sia consolidamenti che nuovi entranti, poiché la validazione della tecnologia, la sicurezza delle forniture e l’accettazione del mercato finale diventano centrali per il successo commerciale. Con la produzione globale di schiuma PU superiore a 20 milioni di tonnellate all’anno, il settore è pronto per una rapida scalabilità delle tecnologie di riciclo a base di polioli, supportata da investimenti sostenuti e collaborazione lungo la catena del valore.

Prospettive Future: Opportunità e Sfide Fino al 2030

Guardando al 2030, il panorama delle tecnologie di riciclo della schiuma di poliuretano (PU) a base di polioli è caratterizzato da opportunità trasformative e significative sfide. L’urgenza crescente di affrontare i rifiuti di PU a fine vita, spinta da pressioni normative e impegni di sostenibilità, sta alimentando l’innovazione attraverso metodi di riciclo meccanico, chimico e nuovi.

Nel 2025, le principali aziende chimiche stanno aumentando l’implementazione di processi di riciclo avanzati. Covestro ha operativizzato il suo primo impianto dedicato al riciclo chimico della schiuma PU flessibile in Germania, utilizzando il suo processo proprietario per recuperare polioli ad alta purezza per la produzione di nuova schiuma. L’azienda prevede un significativo aumento della capacità di output entro il 2027, con piani per licenziare la propria tecnologia a livello globale. Allo stesso modo, BASF sta avanzando nella sua iniziativa ChemCycling™, integrando i rifiuti di schiuma PU post-consumo nelle loro linee di riciclo chimico, mirando ad applicazioni su scala commerciale entro il 2026.

Il riciclo meccanico, sebbene ben consolidato per applicazioni di PU rigido, affronta sfide con le schiume flessibili a causa di contaminazioni e degrado delle prestazioni. Tuttavia, progetti pilota in corso da parte di Huntsman Corporation e altri stanno dimostrando tecniche migliorate di triturazione e rifondazione per le schiume flessibili, che potrebbero vedere un’adozione più ampia man mano che le tecnologie maturano e i mercati secondari si espandono.

Una tendenza notevole è l’emergere di percorsi ibridi e nuovi metodi di riciclo. Aziende come Repsol stanno esplorando metodi di glicolisi e depolimerizzazione enzimatica. Questi approcci promettono rese più elevate di polioli riciclati con ridotto consumo energetico, sebbene la completa commercializzazione sia prevista dopo il 2027, poiché si affrontano ostacoli tecnici ed economici.

Nonostante questi progressi, persistono sfide. L’eterogeneità dei flussi di rifiuti di PU, la logistica di raccolta e la necessità di qualità costante nei polioli riciclati sono barriere in corso. I progressi normativi—come l’aumento della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) nell’UE e la proposta di eco-modulazione delle tariffe—dovrebbero influenzare sia l’adozione della tecnologia che la decisione di investimento fino al 2030.

Nel complesso, i prossimi cinque anni vedranno probabilmente un passaggio da dimostrazioni su scala pilota a operazioni commerciali integrate per il riciclo della schiuma PU a base di polioli. Le aziende che collaborano attivamente lungo la catena del valore e investono in soluzioni circolari scalabili sono pronte per capitalizzare sia sulle opportunità ambientali che di mercato mentre l’industria si sta muovendo verso un futuro più sostenibile.

Fonti e Riferimenti

2022 New EPS Recycle Machine, EPS Foam Recycling Pulverizer, Foam Crusher